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sabato 31 dicembre 2016

Viaggio finale

Alle 7.30 di mercoledì sera abbiamo abbandonato il nostro quartiere di "La Esperanza", casa per quasi nove mesi, e dopo una notte accampati in aeroporto in Guatemala, 21 ore e mezza di viaggio di cui oltre 15 in volo, passando per San José (Costa Rica), Santo Domingo (Repubblica Dominicana) e Frankfurt (Germania), venerdì mattina alle 11 siamo stati abbracciati dai nostri familiari all'uscita dell'aeroporto di Venezia e a mezzogiorno eravamo finalmente a Padova. 

lunedì 26 dicembre 2016

Natale esplosivo

In Guatemala la vigilia di Natale si festeggia con tamales (tortini di polenta) e ponche (bevanda a base di frutta speziata) e... fuochi d'artificio! Dopo una serata di petardi di vario genere (con gran divertimento per M&S), a mezzanotte si é scatenata l'intera città, con qualsiasi genere di fuoco, da piccoli a grandi, con suoni e colori a livelli incredibili. Ecco un paio di video per darvi un'idea.

giovedì 22 dicembre 2016

Ultimo mese!

Sì, ma proprio ultimo: dopo quasi 9 mesi vissuti con intensità e difficoltà, il 29 dicembre voleremo via dal Guatemala. É vero, il piano originale ne prevedeva altri 10, ma le cose non sono andate come previsto e sperato, per varie ragioni:
- il lavoro di Mattia di insegnare inglese nella scuola elementare si é rivelato non avere molto senso (le necessità sono ben altre, anche solo sul piano educativo, e non ci sarebbe continuità post-elementari) e per questo e per la relazione non felice con la direzione della scuola (talmente mal gestita da non meritare altre spiegazioni) non c'era modo di continuarlo nel 2017;
- senza quel lavoro non avremmo avuto nessun supporto economico visto che le promesse possibilità di stipendiare Elena non sono mai state mantenute (e già con quel minimo salario stavamo usando risparmi e donazioni per tirare avanti e regalarci qualche necessario momento fuori da questa zona);
- il nuovo, alquanto più valido e significativo progetto giovanile di Mattia, basato su giochi sportivi, allenamento di atletica e scacchi, con buona partecipazione, grandi possibilità di sviluppo e tanto apprezzato non solo dai bambini e ragazzi coinvolti, ma anche da svariate voci della comunità, non é invece per niente sostenuto dall' organizzazione, il che é assai deprimente visto che lavorare con i giovani significa affrontare il problema principale dell'area, cioè la violenza delle bande;
- anche il lavoro di Elena non é stato particolarmente valorizzato, visto che non le hanno mai affiancato qualcuno da formare per continuare le attività e non hanno fatto niente per farla rimanere,   non avendole mai cercato un salario e non avendo considerando che non sostenere e nemmeno accettare il lavoro di Mattia avrebbe significato perdere anche i suoi servizi, più strettamente legati alle attività dell'organizzazione;
- UPAVIM, per quanto valida come attività lavorativa per donne di una zona povera, non é davvero dedita allo sviluppo della comunità, come invece pareva, che per noi é un problema grave, visto che é quello in cui crediamo di più e a cui speravamo di poterci dedicare;
- vivere su un tetto, in due piccole stanze con letti a castello, con cucina e bagno-doccia comunitari, in convivenza con volontari giovani e single (a parte i nostri due cari José&Marlene) non é assolutamente facile per una famiglia, soprattutto quando si devono gestire frustrazioni, stanchezza e stress dovuti a un lavoro sempre difficile e a due figli piccoli felici, ma in periodo assai confuso per le pessime influenze scolastiche e i modi di fare locali, per cui 8-9 mesi sono più che sufficienti, per tutti;
-  vivere con volontari (a parte un mese con Fernanda all'inizio e 3 con J&M alla fine) senza grandi aspettative sul loro lavoro, senza "visione", senza esperienza di aiuto allo sviluppo o conoscenza delle dinamiche del terzo mondo, non é molto d'aiuto a superare le frustrazioni lavorative, per cui di nuovo, 8-9 mesi sono sufficienti, anche se la presenza, fino al prossimo giugno, di J&M sarebbe stata alquanto positiva;
- forse per ingenuità, forse per speranza, forse per mal riposta fiducia, forse per stanchezza, non abbiamo cercato altre strade, cioè altri organismi o persone che ci potessero permettere di lavorare per la comunità, per cui una volta resici conto che con UPAVIM non c'era futuro non ci é rimasta altra scelta che tornare; una signora locale molto pro-comunità dice che tramite la chiesa cattolica forse avremmo potuto trovare modo di rimanere, ma non siamo sicuri fosse una vera possibilità e comunque é spuntata troppo tardi e le altre ragioni (vedi sotto) ci avrebbero comunque spinti al ritorno;
- Michele&Sam sono stati più che bravissimi ad integrarsi (a scuola - nonostante bullying e maestre inutili - sul tetto, con i bambini del vicinato...), ad imparare spagnolo (per loro ora quasi prima lingua), ad accettare le condizioni non eccelse (anche se senza grandi privazioni), ad apprezzare quello che si poteva fare come intrattenimento, ma hanno subito molto su altri aspetti - senza magari rendersene sempre conto - in particolare a scuola, per il livello terribilmente basso (che li ha fatti regredire e ha fatto loro perdere capacità di concentrazione e impegno, tra le altre cose) e per l'influenza assai negativa di compagni e di maestre che diseducano, per cui non si poteva pensare di "sacrificarli" ancora a lungo, soprattutto per progetti dal successo così poco sicuro come i nostri, viste le condizioni di poco o nessun sostegno.
- avevamo pensato a fargli scuola da casa, ma non sarebbe davvero fattibile, non essendo conciliabile con gli orari di mamma e papà, per cui l'unica altra opzione sarebbe una scuola di alto livello, di nuovo non fattibile per costi, date (iscrizioni per il 2017 chiuse da mesi) e spostamenti (oltre un'ora di trasporti pubblici o costosi taxi, visto che gli scuolabus non passano certo per la nostra zona, lontana e "a rischio");
- dopo gli ultimi due mesi senza stipendio i nostri risparmi stavano finendo e non ce la sentivamo di dover contare molto di più di quanto fatto finora su famiglie e chiesa metodista irlandese, a  cui siamo molto grati, ma che non ci sentiamo di sfruttare oltre.

Per cui, ci tocca abbandonare, che é, nonostante tutte queste ragioni che ci paiono valide, davvero triste ed alquanto difficile, ogni giorno di più, man mano che la data di addio si avvicina: abbiamo fatto fatica, ma stavamo facendo bene e se anche UPAVIM non ha colto, svariate donne dell'organizzazione e molte persone da fuori continuano ad esprimere il loro apprezzamento, non solo chi usufruisce dei nostri servizi (i pazienti di Elena e i ragazzi di Mattia) ma anche chi semplicemente capisce come sia importante e valido quello che stiamo provando a fare. Ogni commento positivo ci riempie di gioia e soddisfazione, ma allo stesso tempo di rammarico per non poter continuare a lavorare per la gente di qui, con i nostri progetti e altre grandi idee. M&S sono contenti di tornare in Italia fino a fine anno scolastico, a ritrovare nonni e amici, ma anche tristi di lasciare, di nuovo troppo presto, tutti gli amici conosciuti qui.
Ad ogni modo, abbiamo fatto quello che potevamo, aiutando direttamente, piantando semi, mostrato come e cosa si potrebbe fare, e soprattutto abbiamo vissuto a fianco e per gli ultimi, che ci rende sempre realizzati, per cui ce ne andiamo consci di aver dato 9 mesi della nostra vita per una giusta causa: non sarà stata la scelta migliore, ma l'abbiamo fatta in buona fede, per gli altri ed abbiamo sicuramente fatto del bene. 
Per noi é stata dura, soprattutto per gli adulti a cui "é andata male un'altra volta (per certi aspetti)", e come famiglia, parecchio schiacciata dalle tensioni, ma di grazia é un tempo relativamente breve, da cui ci dovremmo riprendere relativamente in fretta, nonostante sarà difficile, non essendo mentalmente pronti a ricominciare, visto che i piani, a livello di soddisfazione e tempi erano ben diversi.
E ce ne andiamo comunque con bei ricordi, della gente, delle attività, dell'esperienza di mondo, sempre così arricchente (che vale come compenso soprattutto per i bambini, che quindi hanno sicuramente guadagnato tanto, se non di più, di quanto perso), sia per la parte di mondo disperato che per la parte di cultura diversa e soprattutto di natura e storia spettacolare, che ci siamo gustati tra fine novembre e inizio dicembre, con la scusa di portare nonnaChiara a visitare le meraviglie del Guatemala (foto delle vacanze a breve, quando selezionate e sistemate).

P.S. Come avrete notato, tra le ragioni per l'abbandono non c'é il pericolo di vivere in una zona rossa  (a rischio) del secondo paese al mondo per morti violente: non é perché siamo sconsiderati, ma perché effettivamente per noi il rischio qui é minimo, visto che la violenza é assolutamente mirata, per ragioni di estorsione o rivalità tra bande, per cui abbiamo ben poco da temere, come hanno capito molto bene anche i bambini, che sanno cosa succede qui attorno e lo hanno accettato come un drammatico dato di fatto, terribile per i locali, ma non pericoloso per noi, che abbiamo sempre potuto muoverci senza problemi.

domenica 4 dicembre 2016

3S

Super Sam ne fa Sette!
Come per Michele, ecco inoltre due album celebrativi:
uno con gli Scatti più Significativi del suo Sesto anno 

lunedì 28 novembre 2016

"La capra e il macellaio"

Vi ricordate il post sui dati spaventosi riguardo i migranti, sul retro dell'autobus? Avevamo promesso qualche opinione a riguardo, per cui eccoci qui di nuovo.

Prima di tutto, quelle statistiche e quelle storie sono così terribili che qualcuno si potrebbe domandare come si faccia solo a pensare di provare, ma purtroppo non é così difficile capire chi lo fa: trovare un posto di lavoro vero é ancora qualcosa di irraggiungibile per la maggior parte delle classi più basse e l'immagine dell'occidente ricco é così attraente che é dura resistere alla tentazione; inoltre, gli esempi di chi ce l'ha fatta e può spedire soldi a casa o rifarsi una vita, anche se non facilmente, diventano argomenti assai validi, difficili da controbattere. 
Di sicuro é importante ricordare alla gente i pericoli del viaggio, perché l'informazione educa e l'ignoranza o le bugie vanno certamente combattute, ma abbiamo seri dubbi che una campagna del genere possa funzionare bene come deterrente: come avviene nel Mediterraneo, quando la gente non vede possibilità di un futuro o é soggetta, o a rischio, di violenza, si sente pronta ad affrontare qualsiasi pericolo, a prendere qualsiasi rischio, per provarci da un'altra parte - "una capra morta non teme il coltello del macellaio", come dice un proverbio di migranti (non ricordiamo di che origine, ma non cambia molto).
Secondo noi i numeri di quelli in fuga dalla violenza dal Centro America potrebbero essere esagerati, perché molti potrebbero usarla come scusa, sapendo che hanno più speranze se sono considerati rifugiati, ma la violenza delle bande é sicuramente un fattore determinante, visto che i paesi del triangulo del norte (Guatemala, Honduras, El Salvador) soffrono di livelli di attività di bande terribili, con tassi di morte per omicidio simili a quelli di paesi in guerra; il problema principale, però, é come sempre la situazione economica, essendo chiaramente la causa primaria del problema delle bande e la ragione per cui la gente arriva ad essere tanto disperata da voler rischiare qualsiasi cosa. La maggior parte della popolazione non si avvicina neanche al livello di povertà che abbiamo visto in Africa e non solo quelli che sono in condizioni tanto gravi come quelle sognano di andarsene, ma di nuovo é comprensibile, perché é difficile vedere come possano migliorare la loro vita qui e sono troppo vicini al mondo ricco, geograficamente e a livello mediatico,  per non subirne l'attrazione.
Quindi, quale può essere una risposta e cosa stiamo facendo noi qui per tutto ciò?
Insegnare inglese alle elementari può aiutare? Potrebbe, se volesse dire aumentare significativamente le possibilità dei ragazzi di ottenere un lavoro migliore, ma un risultato del genere necessiterebbe molto di più che aggiungere ore al programma: la loro istruzione nel suo complesso dovrebbe migliorare e soprattutto dovrebbero poi andare a scuole superiori dove insegnano inglese sul serio, non solo colori, animali e "uoziurnem" (What's your name?), per cui Mattia non si sente di aver fatto davvero molto per questo gran problema in quei mesi di lezione, anche se ha fatto del suo meglio per instillare il desiderio di apprendere e per dimostrare agli studenti che possono davvero imparare una lingua e non solo le solite 20 parole o frasette.
Insegnare inglese agli adulti, o a giovani, ha decisamente più senso, per cui siamo contenti che i nostri amici José&Marlene abbiano tenuto un corso di 5 settimane qui ad UPAVIM, un progetto piccolo ma valido, che speriamo possano continuare quando ritorneranno a gennaio (vanno a casa per il mese di dicembre). Le loro attività educative con i ragazzi più grandi del programma delle vacanze della biblioteca sono altri semi positivi, perché possono allargare gli orizzonti dei ragazzi e aiutarli a sviluppare pensiero critico.
Che altro potrebbe aiutare?
Rimanendo in ambito educativo, crediamo che la strada migliore sarebbe formare insegnanti (come Mattia avrebbe dovuto fare in Rwanda, ma ha potuto fare ben poco), ma qui non siamo nelle condizioni di fare niente del genere.
A parte l'educazione, un altro strumento fondamentale per scoraggiare l'emigrazione é rendere la vita in patria più appetibile, migliorando le condizioni. Non possiamo risistemare l'economia o creare posti di lavoro (anche se i "mobili di cartone" di Elena ci andrebbero vicino), ma programmi di salute generale, dentale e nutritiva, su cui Elena sta lavorando, sono decisamente molto importanti lo stesso, perché se i bambini crescono bene le loro vite saranno migliori e se i genitori vedono che c'é chi si prende cura dei loro figli hanno una visione migliore della vita loro stessi, per cui dev'essere orgogliosa di quello che ha fatto, anche se continua a sentire che non é stata messa nelle condizioni giuste per fare quanto potrebbe e soprattutto per organizzare le cose in modo che il suo lavoro abbia un impatto reale e a lungo termine.
Essendo la violenza un fattore così rilevante, combatterla e prevenirla sono altri sforzi lodevoli; il primo sembra fuori dalla nostra portata, in quanto richiederebbe azioni a livello più alto (polizia, governo...) o più ampio (l'intera comunità, ma non ne siamo parte tanto importante da poterla mobilitare), però per il secondo ci si può provare ed é quello che Mattia ha cercato di fare (partendo da lontano, che purtroppo non funziona molto se il progetto non é a lungo termine), inizialmente con qualche messaggio e attività in classe, ma soprattutto con il suo programma sportivo che va avanti da più di 4 mesi e che si é ben sviluppato nelle ultime 5 settimane, con la creazione di un buon gruppo di 8-12 giovani adolescenti per allenamenti di atletica 5 giorni la settimana e con ancora più bambini piccoli contentissimi di partecipare a un'oretta di avviamento allo sport. Recentemente ha aggiunto un'altra fase a questo progetto giovanile recuperando una reliquia dell'esperienza ruandese, cioè lezioni e/o partite di scacchi la mattina, seduti per terra, vicini al campo: niente di grosso, ma é incoraggiante vedere quanto piaccia ai ragazzi e quanto li aiuti a mettere in moto il cervello, che può voler dire molto per le loro vite.
Si potrebbe e si dovrebbe fare molto di più per queste problematiche così serie, ma stiamo facendo quel poco che possiamo e per fare di più avremmo bisogno di più sostegno da parte dell'organizzazione, o meglio dovremmo lavorare per un'organizzazione dedicata a questi problemi, mentre le priorità di UPAVIM sono altre, il che spiega perché abbiamo svariati problemi, ma di questo scriveremo un'altra volta.

domenica 27 novembre 2016

12 Ottobre 2016.2 / La scelta delle armi

Per mantenere uno sforzo di conquista di 524 anni, é necessaria una gran varietà d'armi, giusto?
Nessun problema, l'abbiamo avuta: prima moschetti e malattie, poi sfruttamento della manodopera indigena a livelli da schiavismo, più tardi utilizzo dannoso della terra e gestione truffaldina della produzione (caffè e frutta) da parte delle compagnie straniere che si arricchirono enormemente e distrussero l'economia locale, infine, nella seconda metà del secolo scorso, appoggio politico e aiuto militare a governi repressivi di destra. E non vi preoccupate, quella varietà non ci manca neanche dopo 5 secoli...
Donazioni massicce di vestiti e scarpe, che distruggono la produzione locale, sotterrano splendide tradizioni locali sotto un mucchio di ridicole frasi da magliette, derubano interi popoli di parte della loro identità e coccolano gli occidentali nella maledetta falsa impressione di star facendo del bene.
La globalizzazione, che porta qualsiasi genere di male sociale, dalla dipendenza da cattiva TV alle abitudini violente e morte cerebrale causate da videogiochi, dal cibo spazzatura alla mania dello shopping, dall'acquisto e abuso di telefonini e internet ai fuorvianti sogni di emigrazione, dall'eccesso di traffico d'auto a sciocche e sprecone tradizioni natalizie orribilmente fuori posto; la globalizzazione che minaccia tradizioni alimentari più sane, sostenibili ed economicamente valide e mette interi paesi sulla strada che porta a sovrappeso e obesità grazie all'introduzione delle meraviglie di McDonald&co.
La pubblicità e la diffusione di prodotti da acquistare, che sostituisce il naturale desiderio della gente di migliorare la propria vita con una malata voglia di spendere, spendere, spendere, per prodotti che non sono necessari o sono più cari e meno sani delle alternative tradizionali.
Il neo-liberismo, che erode lo stato sociale, privatizza i servizi e riduce le tasse d'importazione per inondare nazioni con prodotti a basso prezzo che impediscono lo sviluppo delle industrie locali.
La falsistruzione, ovvero la versione locale di quello che dovrebbe essere lo strumento principale per dare un futuro ai poveri e invece, se osservata con sguardo cinico, sembra più uno strumento di repressione: tieni le classi basse a scuola per anni e anni senza insegnare niente di storia, assicurati che non siano in grado di leggere, scrivere e contare in maniera appropriata, sforzati di impedire che sviluppino qualsiasi sorta di pensiero critico (il che é assai facile visto che hai mantenuto i loro cervelli inattivi e hai evitato di dar loro i summenzionati strumenti necessari come leggere e tutto il resto) e puoi star sicuro che non avrai altre pericolose rivoluzioni. In realtà, i guatemaltechi hanno sorpreso molti l'anno scorso, quando sono scesi in piazza per deporre i due politici di più alto grado per motivi di corruzione, ma siamo ben lontani da una vera rivoluzione come quella provata ad attuare 50 anni fa e soffocata in oltre 30 anni di massacri con caratteristiche di genocidio perpetrati dall'esercito...

I Conquistadores Continui sembrano anche aver imparato bene la lezione dei Romani, come si può vedere nella versione locale della strategia "panem et circenses", cioè "risitos y pista de hielo" (patatine in pacchetto e pista da pattinaggio sul ghiaccio): non dar loro sviluppo, servizi sociali o posti di lavoro, ma semplicemente dai loro da mangiare (o almeno metti a loro disposizione qualcosa-che-sembri-cibo a prezzi assai accessibili) e intrattienili con costosi spettacoli idioti le spese dei quali potrebbero essere utilizzate meglio altrove, come la pista installata nella piazza centrale di Città del Guatemala, ovviamente nella stagione fredda, ("invierno"!), in cui le temperature diurne non scenderanno mai sotto i 20 gradi... Tra l'altro, tanto per collegare pensieri, sapevate che l'attuale presidente é un ex-comico, ma non un comico di protesta, semplicemente un uomo di spettacolo?

Per finire, un commento sul cibo, che vi potrà sembrare una nostra ridicola fissa, ma ci pare invece un punto fondamentale, visto che le abitudini alimentari locali sono così dannose, a livello non solo di salute, ma anche finanziario, in quanto i poveri spendono quel poco che hanno per cose non necessarie al loro benessere (un pacchetto di patatine ricoperte di schifezze chimiche non ha alcun valore nutritivo) anziché risparmiare per investire in salute, educazione o migliorie abitative. Una scena dovrebbe bastare: nel mezzo di un negozio locale, piccolo ma non minuscolo, in una stradina secondaria del centro, scorgi una scaffalatura che barcolla sotto il peso di una quantità spropositata di banane mature, giallo acceso, un banchetto di gusto e meraviglie nutrizionali; simile vista non solo ti mette l'acquolina in bocca, ma anche di gioia per questi paesi del Centro e Sud America, benedetti dalla disponibilità e basso prezzo della frutta... se non fosse per quella malefica tendenza dei tuoi occhi a continuare a guardare intorno, che ti porta a vedere il resto del negozio: la parete dietro la scaffalatura, che ora sembra assai piccola, é completamente ricoperta da quelle onnipresenti "liane" di pacchetti di patatine di qualsiasi genere ("gusto" non sembra la parola adatta), che costano solo tanto quanto una o due di quelle deliziose, sane banane che ti riempirebbero in un attimo, mentre la parete sulla sinistra sfoggia due frigoriferi altezza uomo pieni di bibite gassate o zuccherate, l'altra piaga nutrizionale di questi luoghi.

Fatevi coraggio, il prossimo post di questa serie non sarà sulla conquista, ma sulla resistenza...

venerdì 11 novembre 2016

Rapporto (con foto) di ottobre

Della chiusura scolastica abbiamo già scritto e possiamo solo aggiungere che le pagelle sono state entrambe buone, per cui complimenti ai due scolari, anche se il livello era assai basso (senza particolari ragioni di esserlo, perché ci sono le condizioni, come numero di studenti, struttura e materiali, per fare molto meglio) per cui dovremo aiutarli a recuperare un po' di capacità e nozioni che stanno perdendo, ma sono ben disposti e in qualche modo ci stiamo già lavorando su, con calma per dar loro un po' di tregua dopo i fatidici 14 mesi. 
Mattia ha provato ad organizzare, come promesso tempo addietro, una gita di post-scuola alla mappa in rilievo per la sua 6a classe (con pizza italiana fatta in casa, come Michele e Sam hanno portato  alle loro classi l'ultimo giorno!), ma una volta finita le lezioni i contatti erano deboli e alcuni ragazzi non erano più da queste parti, per cui la partecipazione é stata bassa (4), ma é stata comunque una bella giornata, con José ospite sul tetto dalle 6.00am per cucinare la pizza insieme a Elena e poi con Oswaldo, Angel e Joshua in giro con vari autobus fino alla mappa, alquanto apprezzata, e al parco vicino, dove hanno giocato con Michele e Sam, che si sono anche fatti un giro in bici a noleggio.
Una sera ci siamo fatti un altro lungo giro (soprattutto al ritorno, con bimbi morti di stanchezza) verso il centro, per gustarci un ottimo concerto di una nuova orchestra di fiati, alla sua prima uscita, di cui fa parte, al sax, Pato, il ragazzo di Maddy, una delle volontarie-maestre di Inglese (che ora, finita l'annata, se sono andate, con festa di saluto sul tetto da vedere nelle foto di ottobre).
In un giorno festivo siamo andati con una famiglia di amici dei bambini ad un parco nazionale con repliche in miniatura di monumenti nazionali, per una bella giornata fuori da qui, con i bambini contenti di giocare e correre in un luogo verde.
Per il resto, i bambini alla mattina hanno cominciato il programma di lettura della biblioteca (e a giocare a scacchi o lego con papà), al pomeriggio hanno continuato con il nuoto (quando non malaticci per la stagione del vento e delle temperature fresche al mattino e alla sera) o si sono uniti alle attività ludico-sportive del papà al campo.
Sul fronte lavorativo, Elena continua con bambini dell'asilo, aiuto manageriale in farmacia, controlli di crescita e quant'altro, aggiungendo pure una visita a domicilio, mentre Mattia ogni pomeriggio fa giocare-correre una ventina di piccoli per un'ora e nell'ora successiva allena i più grandi (circa 8) che ora stanno formando un bel gruppo, con anche un certo impegno. A volte, quando non impegnato con le lezioni di inglese che ha appena cominciato con sua moglie Marlene, il nostro amico-collega volontario José si unisce a Mattia, il che aiuta molto per dividere il gruppo dei piccoli o per tenerli a giocare mentre si allena il gruppo dei grandi.

venerdì 4 novembre 2016

Lezioni di geo-sociologia sul retro degli autobus, o a scuola elementare...


NEGLI ULTIMI 6 MESI, CI SONO STATI:
269 guatemaltechi morti
33180 guatemaltechi deportati
385357 arresti alla frontiera
70% delle donne subiscono molestie sessuali
NON ANDARE AL NORD COME ILLEGALE
(campagna finanziata dagli Stati Uniti)

Dall'Africa e dal Medio Oriente emigrano verso l'Europa, dal Sud e Centro America, e in gran numero da Guatemala, Honduras e El Salvador, cercano un futuro e/o una fuga dalla violenza delle gang, negli Stati Uniti. Non solo la probabilità di trovare una vita decente sono basse, perché vivere come illegale non é per niente facile, ma il viaggio stesso é particolarmente duro, forse quasi tanto pericoloso quanto attraversare il Mediterraneo su un gommone troppo pieno: seguendo guide chiamate coyote, attraversano il Messico evitando qualsiasi mezzo di trasporto o via ufficiale, riducendosi pure a lunghi tragitti a piedi, tutto il viaggio alla mercé di criminali che approfittano di questi disperati. Come si vede dalla foto, i dati sono orribili...
Abbiamo visto altri poster dissuasivi alla frontiera messicana, ma i dati di questi ci paiono particolarmente forti ed é significativo vedere questo tema non su articoli di giornale ma davvero sul terreno di battaglia, sulle strade della città, visto che il messaggio riflette bene la realtà delle classi più basse (ma non solo) di Città del Guatemala: il sogno, l'unico futuro che vedono, é andarsene. Praticamente tutti hanno un parente, un vicino o un amico che vive o ha vissuto negli Stati Uniti e figure come i coyote non sono per niente mitici o lontani dal loro orizzonte: un lunedì mattina a scuola un ragazzo ha raccontato a Mattia che un coyote era stato a casa sua la sera prima, non perché loro stessero progettando di partire, ma perché l'uomo é un amico del papà (che, dal suo canto, ha vissuto per anni in America) e non un semplice amico, dato che in passato il papà l'ha aiutato nel lavoro, prendendo un bel po' di soldi, trasportando gente con la macchina di famiglia attraverso tutto il Guatemala, da El Salvador al confine con il Messico, dove hanno nuotato fino all'altro lato (sul fiume che noi abbiamo passato, sul ponte, con le valigie un mese fa - come potete vedere nel post "foto-racconto" un po' più in basso).
Allora, qual'è la nostra reazione a tutto ciò? Lasciamo la risposta per un altro post...

Regalo serale (di qualche giorno fa)

In "The Mask" Jim Carry cantava le lodi dei tramonti da inquinamento, in America si vantano di Sunset Boulevard, qui li battiamo tutti con un impareggiabile "tramonto con eruzione" (cliccate sulla foto per vederla più grande)!

venerdì 28 ottobre 2016

Chiesa

Come avrete colto leggendo il post sulle chiese locali, non ci siamo azzardati a provare nessuna delle fanatiche chiese evangeliche qui attorno, per ovvie ragioni di sanità mentale e uditiva, e nemmeno quella cattolica, sempre vicinissima ma più grande e "solida", perché non ci convince molto, essendo sicuramente meno propensa al canto folle e non amante del predicatore pazzo ma un po' troppo devota del rito e della venerazione dei santi per i nostri gusti e per il modo di celebrare a cui sono abituati i bambini; inoltre, con così tante confessioni e congregazioni diverse nel vicinato, sarebbe strano per noi stranieri sceglierne una visto che la gente comincerebbe a chiedersi i motivi della scelta e soprattutto ci sentiremmo in difficoltà a provarne una e poi magari smettere di frequentarla perché non contenti, per non offendere nessuno e per non dare inizio a possibili imbarazzanti tentativi di conquistare gli stranieri per una o un'altra chiesa...
Questo significa che non siamo andati in chiesa per sei mesi, ma abbiamo in qualche modo compensato la perdita, che pure i bambini consideravano parecchio strana, con dei momenti di preghiera familiari semplici ma a volte molto validi, sullo stile di quello che avevamo fatto in Rwanda per un paio di domeniche quando avevamo smesso di andare nella chiesa con cui in teoria avremmo dovuto lavorare e ancora non avevamo trovato una valida alternativa.
Ma le cose ora sono cambiate: dall'inizio di ottobre stiamo andando ad una chiesa in una zona più centrale della città, invitati dai nostri amici José&Marlene che l'avevano già testata nel mese precedente, dopo averla conosciuta tramite collegamenti con la loro chiesa in America, e ce l'avevano descritta come un bel posto, con bella gente e un bel modo di celebrare. Ci siamo sentiti accolti, la celebrazione per noi va bene e soprattutto Michele&Sam sono contenti, non solo per la possibilità di giocare (c'è spazio e pure dell'erba!) con qualche bambino ben educato prima e dopo, ma anche per le attività per bambini organizzate da una signora durante la celebrazione. É una chiesa mennonita, che significa che é abbastanza vicina alla tradizione metodista, come é evidente dal modo di celebrare e pure da certi canti, tradotti da alcuni a noi molto familiari. La cosa per noi più interessante,  é che l'organismo missionario della chiesa mennonita é quello con cui avremmo potuto lavorare subito dopo la nostra esperienza ruandese, con un progetto per giovani in Nicaragua per il quale eravamo già stati scelti ma che era poi saltato quando l'associazione locale aveva deciso di non richiedere aiuto da fuori. Così siamo stati sorpresi ma contenti non solo di incontrare altri stranieri (dagli Stati Uniti) in chiesa ma anche di scoprire che stanno lavorando o hanno lavorato in passato con quell'organismo: abbiamo raccontato loro di quei nostri contatti quasi fruttuosi e della nostra situazione attuale, sentito cosa fanno loro, scambiato un po' di opinioni e speriamo di avere altre opportunità di confronto in futuro (non si sa mai cosa possa venir fuori!). Nel frattempo, abbiamo iniziato a collaborare con un piccolo progetto della chiesa, semplicemente andando ad aiutare a servire un pranzo sabato scorso per  l'incontro di fine anno scolastico con un gruppo di ragazzi che studiano per le superiori nel fine settimana e che loro seguono in qualche modo, per incoraggiarli e fare qualche attività aggiuntiva, in una scuola appena della colonia (settore, insediamento) subito dopo il nostro, giù dalla collina, cioè Bucaro, di cui avevamo scritto mese fa, una zona considerata terribile ma per noi non pericoloso come può essere per alcuni locali (ci andiamo a volte per giocare sulle giostrine attorno al campetto da calcio, siamo andati a pranzo da un paio di famiglie e i bambini alcune volte a casa di amici). Ovviamente, la grande attrazione del pranzo sono stati i nostri bellissimi e bravissimi piccoli camerieri, molto più che il tentativo dei membri della chiesa di dare un qualche messaggio ai giovani, ma ad ogni modo per noi é stato valido conoscere altre iniziative nell'area, visitare un'altra scuola e aiutare quelli della chiesa, che hanno apprezzato molto.
L'unico problema con questa chiesa é il posto, visto che ci mettiamo un'ora e un quarto ad arrivare, o con 3 autobus, come la prima domenica con i nostri colleghi volontari, o con 2 autobus e una passeggiata di 30-35 minuti, come le ultime due volte, quando loro non erano con noi. Comunque, quando poi prendiamo da mangiare ad uno dei mini-ristoranti o baracchini che spuntano ovunque, diventa un bel modo di passare metà domenica (o di più se aggiungiamo una visita al museo come abbiamo fatto due settimane fa) e la prova sta nel fatto che i ragazzi, anche considerando l'opzione con camminata, continuano a dirci che vogliono andare ogni domenica, Michele perché "in questa chiesa mi trovo bene", Sam per come può giocare, tanto che si é confuso con i tempi e ha chiesto se continueremo ad andare "ogni giorno".

giovedì 27 ottobre 2016

Rivelazioni

Non siamo dei grandi esperti della questione teologica del sesso di Dio e nonostante la teoria della figura maschile non ci convinca appieno, più o meno coscientemente la seguiamo, per lo meno a livello linguistico, riferendoci con pronomi maschili al Capo-Progetto, però ora siamo qui ad annunciarvi che abbiamo ricevuto indicazioni alquanto chiare al riguardo: non solo si tratta di una lei, ma la Grande Regista parla spagnolo e sembra avere le sembianze di un'anziana di bassa statura, con sorrisetto rugoso e vocina dolce, che una mattina di metà settembre, nonostante la loro conoscenza non andasse al di là di una sola breve conversazione precedente, si è avvicinata a Mattia e comprendendo bene in che brutto momento fosse, gli ha spiegato, in maniera tranquilla ma ferma e chiara, che al di là dei problemi con la scuola e di quello che altri potessero dire contro di lui, stava facendo un buon lavoro, con i metodi giusti e che non doveva rattristarsi. Mattia avrebbe sentito altre voci simili nelle settimane successive, ma nessuna è arrivata in un momento così preciso e con tanta chiarezza come la sua.
Tanto per mettere le cose in chiaro, niente di miracoloso: Doña Estela fa le pulizie in UPAVIM, ha un figlio nella 6a di Mattia e a quanto pare apprezza molto non solo il suo insegnamento, ma in generale la relazione con i ragazzi e in particolare i pomeriggi a loro dedicati.
Ah, dimenticavamo che la Somma Direttrice d'Orchestra sa anche cucinare delle ottime torrejas (morbidi dolcetti all'uovo) per tirare su volontari in crisi... 

domenica 23 ottobre 2016

Vita in attesa

Avete ormai passato la boa dei 6 mesi, per cui é ora di tirare un po' di somme. Cominciamo con una domanda pressante: com'é che tutto ad un tratto avete ricominciato a scrivere?
La ragione é che non stiamo lavorando tanto quanto prima, o per lo meno lo scrittore Mattia, visto che la scuola é finalmente finita. Sí, finalmente, perché come avrete già capito da post precedenti, é stata parecchio dura, poiché la scuola non é gestita bene, quindi i ragazzi sono molto maleducati e violenti ma non abituati ad essere sgridati e nemmeno abituati ad apprendere, per cui provare ad insegnare o ad educarli é stato alquanto stressante e frustrante, fino a sembrare una perdita di tempo o una battaglia persa, visto come la scuola in generale non sembra particolarmente interessata o impegnata su nessuno dei due fronti. Da tutto ciò sono risultate differenze di vedute sulla maniera di gestire la classe e i ragazzi indisciplinati;  se si aggiungono i seri dubbi sulla validità dell'insegnare inglese quando i bisogni d'istruzione sono ben altri, si arriva al punto che Mattia non insegnerà più. Gli piacerebbe invece dedicarsi a bambini e giovani, allargando i suoi pomeriggi sportivi (che l'hanno tenuto a galla, gli hanno dato un senso di utilità, hanno fatto contenti molti ragazzi e hanno ricevuto commenti positivi da svariate fonti) per creare un progetto completo di attività per giovani, che in questo contesto significa ben di più di quello che sembra, perché vuol dire fare prevenzione, lavorare contro la violenza tenendo i giovani il più lontano possibile, a livello di tempo libero e di orizzonti, dal mondo delle gang.
Ci dispiace sentire di questi problemi, ma le idee future sembrano buone. E di Elena, che ci dite?
Elena ha fatto molto, ma a volte sente di aver fatto ben poco, poiché in alcune aree non c'é vero sostegno per i suoi progetti, nel senso che l'associazione non é davvero interessata, quindi non ha cercato persone che lei possa istruire perché continuino i vari programmi, come il controllo dello sviluppo, gli appuntamenti dentistici o le lezioni di educazione fisica a scuola, mentre in altre aree la lasciano in balia di gente non interessata a cambiare, come succede in farmacia, dove sta provando a riorganizzare la gestione dei prodotti ma l'infermiera non sembra apprezzare, per usare un eufemismo.
Mmm, ci dispiace ancora di più, ma sembra proprio che abbia fatto davvero tanto, cosa di cui non dubitavamo. E i ragazzi?
Nemmeno l'esperienza scolastica dei ragazzi é stata eccezionale, soprattutto dal nostro punto di vista, anche se Michele stesso ha avuto dei momenti difficili e ha ammesso di non aver apprezzato  del tutto questa scuola. A livello accademico, non hanno appreso molto e per certi versi sembra che siano regrediti, ma sono problemi a cui si può rimediare, essendo solo a inizio o metà elementari e ancora abbastanza bravi da riprendersi in fretta; preoccupa di più invece vedere come abbiano sì appreso qualcosa (soprattutto Sam), cioè comportamenti negativi, non bloccati a scuola, che avremmo preferito non scoprire in loro.
Oh no, da quanto leggiamo avete lavorato molto e sicuramente avete fatto del bene, ma la situazione non pare molto buona, al momento. Come vedete il vostro futuro?
Giusto, la situazione non é delle migliori, ma non é neanche drammatica: nonostante alcune difficoltà per Michele, i bambini sono contenti del posto e degli amici, a livello pratico siamo in grado di sentirci in un certo modo a posto un po' ovunque, ci troviamo molto bene con i nostri semi-nuovi compagni di tetto e per quanto riguarda il lavoro siamo consci che ci siano dei bisogni seri a cui in qualche modo stiamo provando a rispondere. Inoltre, le cose ora dovrebbero migliorare, perché lo stress scolastico se n'è andato, sia per papà che per M&S. Ad ogni modo, al futuro stiamo pensando continuamente, ma non possiamo decidere molto, perché siamo in attesa, aspettando i risultati della richiesta di fondi ad una grande organizzazione per quel progetto giovanile (abbiamo consegnato la proposta a fine settembre e pensavamo fosse questione di 2 settimane, ma ne sono già passate 3) : se non arrivano, non possiamo continuare a lavorare qui, perché eravamo già tirati con lo stipendio unico di Mattia e non potremmo certo andare avanti senza neanche quello, visto che non hanno trovato niente per Elena, come invece ci avevano fatto credere, e non ci sono segni che trovino qualcosa a breve; se invece i fondi arrivassero, non solo avremmo un salario, ma anche un progetto molto valido su cui lavorare, che includerebbe anche Elena, il che la potrebbe aiutare a riorganizzare tempi e impegno in maniera più soddisfacente. Comunque, dovremmo lo stesso valutare cosa fare con i ragazzi, visto che non vorremmo mandarli alla stessa scuola l'anno prossimo: una soluzione sarebbe trovare un'altra scuola, ma quelle buone sono molto care (non possiamo permettercelo e non ci sentiremmo molto a nostro agio, dopo averlo già fatto in Ruanda) e comunque sono già piene, mentre le altre potrebbero non essere tanto meglio per cui non varrebbe la pena cambiarli di nuovo per niente; un'altra sarebbe lanciarci in una nuova avventura, cioè la scuola da casa, che può sembrare un peso eccessivo, ma molti l'hanno fatto e altri continuano a farlo, con buoni risultati, e potrebbe essere un'opzione valida soprattutto perché M&S a parte studiare da soli o con mamma&papà potrebbero poi partecipare a varie attività organizzate nel progetto per giovani.
Capiamo bene le difficoltà di vivere nell'incertezza e aspetteremo notizie con trepidazione. Nel frattempo, cosa state facendo?
Elena continua a lavorare quasi come al solito, visto che solo educazione fisica per le elementari é finita, e le rimane la scuola materna, mentre tutto il resto prosegue; i bambini saranno impegnati ogni pomeriggio con il loro corso di nuoto delle vacanze (e il lungo viaggio di andata e ritorno) e dalla settimana prossima per due ore a testa ogni mattina parteciperanno al programma di lettura della biblioteca; Mattia continua a portare avanti i suoi pomeriggi sportivi (con qualche sabato mattina, ora anche in uno stadio diverso, con pista in terra ma più vicino) che dalla settimana prossima si ingrandiranno, visto che sarà al campo 3 ore al giorno, offrendo sport pomeridiano ai ragazzi del programma di lettura, con l'aiuto in alcune ore e giorni del nostro caro amico José.

giovedì 20 ottobre 2016

Classifica scolastica

Tra le cinque scuole dei due pargoli esploratori, quella ruandese era sicuramente la più grande e una scuola molto buona (alcuni potrebbero pensare che sia ovvio, essendo una scuola privata per ricchi, ma non è sempre una garanzia), non solo per la struttura, la professionalità e le attività offerte, ma per le insegnanti valide, o ottime come per Michele in 2a e Sam in 1a. Entrambi l'hanno amata, lasciarla è stata molto dura e ancora la ricordano positivamente, per insegnanti, posto e amici.
A livello di insegnamento e insegnanti, quella italiana ci é parsa altrettanto buona, anche se siamo stati solo per un mese, e non perché siamo di parte, essendo stata la scuola di Mattia, Giacomo e Marta, ma perché stavano imparando bene, in una buona atmosfera. Di nuovo, ottima esperienza per entrambi, sia come maestre che amici, visto che avrebbero voluto stare fino a fine anno o ci vorrebbero tornare al ritorno in Europa.
In Inghilterra, per quei quattro mesi scarsi, eravamo finiti, senza saperlo, in una scuola per gente di basso livello sociale (case popolari), ultima nella lista di preferenze della zona, ma per noi non era un problema e non ci era dispiaciuta, per la struttura, l'organizzazione generale e soprattutto l'ottimo maestro di Michele; certo il livello scolastico di molti compagni era alquanto basso e la classe un po' troppo rumorosa, ma Michele aveva modo di imparare bene lo stesso. Sam aveva avuto la sfortuna di trovare una maestra simpatica ma a pochi mesi dalla maternità e forse per questo poco propensa a rendere quella classe teoricamente di pre-elementari qualcosa di diverso da una scuola materna; ad ogni modo non era andata male e sarebbe potuta continuare con successo: entrambi i bambini erano contenti e stavano facendo amicizie e noi eravamo prevalentemente soddisfatti.
La scuola elementare in Irlanda non era affatto male come ambiente, anche se già il secondo anno, con un'insegnante diversa da quella eccezionale del primo, non eravamo così contenti anche perché il livello di istruzione non era eccelso e per noi la scuola solo maschile era decisamente un difetto. Sam non aveva ancora iniziato e Michele aveva solo studiato nelle classi di pre-elementari, per cui non abbiamo molto altro da dire. Anche di questa Michele ha un buon ricordo, seppur ormai vago, ed è la scuola con più amici, perché sono quelli di tutta la loro infanzia, anche se appunto erano davvero piccoli. 
Quella in Guatemala é stata la peggiore, come Michele ha commentato espressamente dopo mesi di analisi: "Papà, perché le altre scuole non erano così?". Lui si riferiva alla mancanza di disciplina, che rende tutto difficile e di conseguenza poco valido, ma purtroppo si applica a qualsiasi aspetto; si potrebbe pensare che sia ovvio, che c'era da aspettarselo, visto che siamo in un'area disagiata di un paese povero e non è una scuola d'alta classe, ma essendo comunque una scuola privata dovrebbe essere ben meglio di quelle pubbliche e secondo quando ci era stato detto lo era, mentre non pare davvero così: le aule e, in parte, il materiale saranno migliori e qualche altro aspetto pure, ma in generale non c'è molta differenza, in quanto gli alunni sono altrettanto maleducati e violenti, se non di più (qui sono viziati e con l'arroganza di chi sa di essere in scuola privata) e l'apprendimento non è più avanzato, o in alcuni casi anche meno, delle scuole qui attorno. Quello che rattrista è che essendo un progetto iniziato da occidentali e ancora sostenuto, a livello di gestione e in parte di fondi, da occidentali, dovrebbe davvero essere una scuola di alta qualità, diversa, ma purtroppo al momento è più che altro una opportunità sprecata, perché sembra più un campo scuola a tema educativo che un'istituzione di educazione e istruzione.
Passando a riflessioni più generali sull'educazione in Guatemala, rispondiamo a cosa ci ha chiesto in settembre Lukas, il volontario belga: come é il confronto con quella ruandese? Per cominciare, dobbiamo premettere che non abbiamo la stessa esperienza diretta di altre scuole "normali" in paesi in via di sviluppo, non avendo mandato i nostri figli in scuole pubbliche o private di basso livello in Rwanda. Però, stavamo pensando che quelle scuole avrebbero potuto essere un'opzione per loro se fossimo rimasti lì senza i due stipendi o la casa gratis, per cui ci stavamo informando e soprattutto, Mattia le visitava spesso per lavoro e in più conoscevamo un sacco di ragazzi che studiavano in quelle scuole (i nostri "adottivi", quelli dei gruppi di Mattia e quelli che sostenevamo), per cui abbiamo una base su cui basare il confronto e crediamo che nonostante maggior sovrappopolazione e peggiori condizioni fisiche delle strutture, le scuole in Ruanda siano meglio di quelle guatemalteche, perché sono più interessate all'apprendimento, con metodi più semplici e all'antica ma per lo meno più efficaci, e i ragazzi sono meglio organizzati e più concentrati; dall'altro lato, l'aspetto peggiore delle scuole ruandesi sono le severe punizioni corporali, ma, sicuramente a livelli minori, sono ancora presenti anche nelle scuole pubbliche in Guatemala e la loro assenza in quelle private non é sufficiente a renderle migliori di quelle ruandesi.

mercoledì 19 ottobre 2016

Foto-racconto

Come promesso nel diario settembrino, ecco il racconto della vacanza-a-scopo-visti in Messico, precisamente a Tapachula, Chiapas, appena al di là del confine. A parte qualche soldo perso per disavventura portafoglio, é andata bene, con viaggio tranquillo e meno lungo del previsto (solo 5 ore e 45 in corriera, meno di 8 da porta a porta), buon alberghetto, cittadina carina, buon cibo leggermente diverso (comprandocelo noi già fatto, non abbiamo mangiato riso per 4 giorni!), valide escursioni e bambini&genitori contenti di farsi una vacanza, staccandosi da tutto per 3 notti. Visto che di questi tempi stiamo scrivendo già abbastanza, vi lasciamo gustarvi un album di foto con didascalie narrative.

martedì 18 ottobre 2016

Ricetta

Dopo 14 mesi di scuola, di cui gli ultimi 6 non del tutto positivi, il sabato mattina portate il ragazzino  di 9 anni all'allenamento di atletica con fratellino, papà e il suo gruppo di adolescenti, con un chilometro e mezzo di cammino dall'autobus al campo, e fatelo allenare come i grandi, con riscaldamento, andature, salto in lungo, un paio di 200mt e di staffette; per finire, altra passeggiatina di ritorno. Ricordatevi di controllare il calendario lunare e l'inclinazione dell'orbita e se tutto va bene potreste ottenere l'evento annuale tanto desiderato: che Michele la mattina dopo si svegli, lui stesso sconvolto ("Ma siete tutti già svegli? Da quanto?"), non solo più tardi del resto della famiglia, ma addirittura a solo 5 minuti dalle 8.00, avendo quindi dormito oltre 11 ore e mezza!

N.B. La ricetta non garantisce risultati, ma é completamente sicura: il ragazzino non subirà cambi permanenti (martedì mattina era sveglio alle 5.30).

lunedì 17 ottobre 2016

Ispirazione canora

Ci sono un sacco di chiese qui attorno - no, così non va...
C'è una miriade di chiese qui attorno (ne vediamo parecchie dalla nostra finestra e perderemmo il conto in autobus da qui al centro commerciale), solo poche grandi come ci si immagina un chiesa, la maggior parte grandi come una casa locale, alcune piccole come una stanza, quello che basta per contenere qualche fedele. Celebrano il sabato sera, o la domenica mattina e/o sera e alcune anche una o due sere la settimana. Essendo per lo più evangeliche-pentecostali, cantano quasi tutto il tempo, a parte quando il predicatore urla loro addosso (1). Con questi dati, fatevi i vostri conti per capire l'ammontare di canto religioso che deve subire il nostro udito. Una volta raggiunto il risultato, aggiungete all'equazione una variabile fondamentale: la maggior parte dei musicisti di queste chiese, ops, scusate, i suonatori di tastiera, conoscono dai 3 ai 5 accordi (no, non la maggior parte, solo quelli più talentuosi) e il numero di canzoni che sanno suonare con quella base non supera la mezza dozzina. A conti fatti, non pare esserci molta speranza per le nostre orecchie, penserete voi. Ma aspettate di saperne di più... I cantanti solisti, utilizzati, per ragioni misteriose, da alcune congregazioni, non sfoggiano qualità musicali superiori a quelle dei suonatori e i predicatori spesso decidono di guidare le loro vittime cantando dal microfono, o, per la precisione, inghiottendo il microfono, nonostante qualsiasi sia la formazione che abbiano ricevuto, o si siano dati, per predicare, non comprendesse alcuna tecnica o pratica di canto.
Eppure, a dispetto del dramma che avvolge le nostre orecchie, non possiamo fare a meno di essere ispirati da tutto questo sacro cantare e le nostre preghiere si alzano spesso al cielo sulle ali delle note che invadono la calma delle nostre serate.
Purtroppo, per le chiese locali, il contenuto di queste ispirate preghiere non è del tutto benevolo nei confronti dei suonatori o dei cantanti, degli edifici o delle congregazioni, o semplicemente dei loro cavi elettrici... 
In realtà, la nostra fede si è sviluppata in una direzione contraria alla preghiera di supplica, per cui le chiese di qui sono ancora salve, a meno che una sera Mattia o Elena non siano troppo stanchi per fermare l'altro dallo scendere in strada e fare giustizia sommaria.

1) Per quanto riguarda i predicatori, saremo per sempre grati alla nostra cara Marlene, collega volontaria, amica, nonché vicina di casa (o meglio di paretina di legno), che una delle sue prime sere passate qui ci chiese se arrivano predicatori a queste chiese o se cantano e basta. Con terrore, le abbiamo risposto che sì, arrivano predicatori anche qui da noi. Ovviamente, le nostre paure si sono rivelate fondate, e pure parecchio, visto che da quella sera siamo stati tormentati dalle grida di svariati folli, più di prima.

domenica 16 ottobre 2016

2x14x3x3=1!

Venerdì, alle 12.30, i nostri 2 bambinistraordinari hanno finalmente terminato il loro 14o mese consecutivo di scuola, nella loro 3a scuola diversa in 3 stati diversi: 
da metà Agosto 2015, quando hanno cominciato la 3a e 1a in Ruanda,   
passando per 1 mese, Marzo 2016, in Italia,
 fino ad adesso, qui in Guatemala.
(commenti sulle 3 scuole in un prossimo post).
In totale, aggiungendo i suoi primi anni in Irlanda e quasi quattro mesi in InghilterraMichele ha già studiato alle elementari in 5 paesi diversi (anche Sam, ma in alcuni era a scuola materna o pre-scuola).
Che esperienza!
Per festeggiare la fine di questo lungo anno scolastico, alla fine del quale erano sicuramente stanchi ma così abituati ad andare a scuola e in generale così appassionati che non erano del tutto sicuri e non del tutto contenti che fosse finita, hanno ricevuto due regalini stellari e una rara cena a base di budino di cioccolata il venerdì e una serata filmica, da terminare, sabato. Oggi, domenica, potremmo farci un giro in centro per una passeggiata con altre ricompense, come cibo diverso dal solito e una tappa al nostro parcogiochi preferito.

venerdì 14 ottobre 2016

Parole di saggezza

Speriamo che lo abbiate già visto, ma in caso vi sia sfuggito, vi consigliamo di dare un'occhiata al nuovo angolino in alto a destra di questo blog, dove abbiamo cominciato ad offrirvi frasi che ci hanno particolarmente colpito, lette direttamente qui in giro o semplicemente durante questi mesi. Sarà dura mantenere il livello della prima (non la conoscete ancora? andate a leggerla!), così forte, poetica e significativa per il paese, ma, un po' a malincuore, la cambieremo presto per appiccicarne altre alla nostra parete di parole.

giovedì 13 ottobre 2016

12 Ottobre 2016

Per celebrare i 524 anni dalla scoperta conquista dell'AmericaMattia indossava ieri questa splendida maglietta storica, per grafica ed età, portata a casa da nonnaChiara da una conferenza fiorentina sul tema, appunto nel 1992. Il disegno la rende particolarmente significativa per noi qui in Guatemala perché questa é era proprio terra Maya, ma quei 524 anni, nonostante la "resistenza", hanno avuto un impatto notevole e ora quella cultura é relegata ai musei, alle danze o altri eventi occasionali, al turismo e ai prodotti di artigianato da bancarelle o se va bene da commercio equo, ma pur sempre oggettistica da regali o indirizzata ai neo-colonizzatori che si portano a casa un tocco esotico...
Le oltre 20 lingue di ceppo Maya sono ancora esistenti e studiate a scuola, o meglio sono parte del curriculum, ma non sono certo lingue ufficiali e non si vede alcun interesse ad impararle, come é ovvio, visto che rappresentano solo gli strati più marginali della società. Come era già stato significativo per Elena sentirne una "in diretta" qualche tempo fa, é stato molto toccante, per Mattia linguista ed innamorato di quesi focolai di "resistenza" culturale, sentire, proprio ieri, 12 Ottobre, una coppia di mezza età conversare in lingua Maya sul transmetro, l'autobus quasi-gratuito che muove centinaia di migliaia di persone lungo le direttrici principali della capitale. Toccante quasi quanto ascoltare gli anziani (e qualche adulto) cantare canzoni tradizionali, o l'inno nazionale, in gaelico nei pub della verde Irlanda, altro luogo dove la lingua locale é stata quasi completamente soppressa dalla dominazione straniera.
Certo non ci sfugge il fatto che l'Irlanda può vendersi a livello mondiale grazie all'inglese e buona parte dell' America Latina é più facilmente in contatto con tutto il mondo, e internamente, grazie allo spagnolo, ma i vantaggi economici non nascondono le grandi perdite a livello culturale e di identità popolare: bello per noi viaggiare, o poter servire all'estero, usando lingue a noi familiari, ma com'é triste riflettere sui milioni di persone che hanno perso la loro modalità storica di espressione, che é solo un simbolo di tutta una cultura (tradizioni, visione del mondo, stile di vita, arte, musica) soffocata dall'uniforme manto dell'occidente: probabilmente quasi nessuno delle nuove generazioni, a meno che non venga dalla campagna profonda, é in grado di capire o parlare una lingua maya; gli attuali indumenti tipici, per lo meno in città, sono magliette americane, a parte 1 o 2 donne su cento che indossano le stoffe tradizionali; la musica più in voga sarà chiaramente centro-americana (raggaeton, se l'avete mai sentita... non avete perso niente), ma non sorge certo dalla tradizione indigena, essendo solo una versione locale del vacuo pop moderno; il cibo tradizionale é sì, per lo meno quello, ancora venduto ad ogni angolo, ma vive ormai fianco a fianco con il peggio dell'importazione, dai fast-food delle zone più abbienti al cibo spazzatura disponibile in misura illimitata in ogni tiendita (negozietto), di qualsiasi area, più povere incluse; la storia Maya non é nemmeno studiata a scuola; le rovine Maya, visto il livello economico e culturale dei più, sono conosciute solo come immagini dei poster o foto da ritagliare per il cartellone scolastico sul patrimonio culturale, ma non certo visitate...
Sappiamo che sembra solo una tirata contro la globalizzazione, ma ci pare che quello sia solo un aspetto di un processo più profondo e più lungo, cominciato appunto quel glorioso 12 ottobre.
Un dettaglio inquietante che riassume il concetto a livello etnico, economico e culturale? Nelle immagini pubblicitarie, nonostante la stragrande maggioranza della popolazione sia di origine indigena o mestizos (meticci), le facce sono prevalentemente di gente di etnia bianca: 524 anni di conquista, alquanto efficaci.

Riorganizzazione foto

Per chi fosse interessato, la pagina delle foto é stata risistemata affinché possiate gustarvela meglio, con gli album più recenti comodi comodi e i "classici" subito sotto, tra i quali suggeriamo un'occhiata a "gemme" e "tradizione" per qualche foto particolarmente carina o interessante.

mercoledì 12 ottobre 2016

diario settembrino

Dopo lunga assenza di racconti, eccoci qui a compensare con un diario del mese scorso, visto che é stato bello pieno o per lo meno non un mese standard, con il solito lavoro e la normale vita familiare.
(Siete ufficialmente autorizzati a prendervela con quelli che si sono lamentati del lungo silenzio... Se é troppo per voi, guardatevi solo le foto.)

1- Niente di speciale, ma essendo giovedì possiamo ricordarvi dello sport pomeridiano, che questo mese é andato bene, a parte alcuni giorni persi per pioggia, con da 10 a 16 piccoli e fino a 8 grandi, che si stanno allenando sempre più seriamente.
2- Hanno cominciato ad arrivare svariati ex volontari in visita: al momento ne abbiamo 2, ma nel corso del mese diventeranno 5, alcuni per 4-5 settimane, altri solo 10 giorni. Tra tutti, menzioniamo Lukas, un belga assai alto che é diventato un buon amico; un pomeriggio, e pure un sabato mattina, si é unito al programma sportivo di Mattia e ha confermato quello che pensiamo noi, cioè che sia davvero un progetto valido. Stasera, cena con vari volontari a casa di Reyna: e' l'asse portante di Reforzamiento (programma di aiuto scolastico mattutino e pomeridiano) ed é davvero una signora aperta, che condivide cibo e la sua casa assai semplice non solo stasera con noi, ma con molta gente, soprattutto giovani, in varie occasioni, specialmente a Natale, quando prepara da mangiare per un sacco di parenti, amici e vicini. 
3- Visita dall'ottico per i ragazzi, ma ci hanno suggerito di andare dall'oculista, per cui ci organizzeremo per un'altra volta, valutando un po' di opzioni.
Nel pomeriggio, Michele da Jaciel, dove c'e' anche Jeffrey, un altro compagno di classe, buon amico e cugino di JacielSam invece é qui sul tetto a giocare con il suo migliore amico Matthew.
4- Due nuovi volontari si uniscono al gruppo, per stare qui a lungo: Marlene&José, una giovane coppia sposata da poco, dagli Stati Uniti, ma con origini messicane (lui é nato e vissuto lì fino ai 9 anni). Ci sono piaciuti fin dall'inizio e ci troviamo molto bene con loro, non solo per l'amicizia e il vivere insieme in armonia, ma anche, o soprattutto, per la condivisione di opinioni, fede, valori, obiettivi, riguardo questo posto, la nostra chiamata, lo sviluppo...
Michele, e pure Sam, sono stati invitati dalla famiglia di Jaciel a un parco divertimenti, per l'intera giornata: indovinate un po'? Se la sono spassata!
5- Con un acto cívico, un'assemblea di tutte le classi per una cerimonia patriottica con canto dell'inno e recita di poesie, la scuola ha cominciato il periodo dedicato alla celebrazione del giorno   dell'Indipendenza (leggetevi il post più sotto per saperne di più, con un sacco di foto e video).
6- Festa di compleanno all'alba per Barbara, la super 80enne fondatrice di UPAVIM, qui da metà luglio fino a fine mese, con petardi alle 5.30 e tamales with caffè e latte caldo per colazione, tutto sul tetto, con molte donne di UPAVIM venute su per festeggiare la signora che ha cominciato e continua a portare avanti, con forza e carattere, quest'associazione. In serata Elena si unisce al gruppo che la porta fuori a cena e quando tornano trovano la simpatica sopresa, organizzata da diluvio e tombino bloccato, del piano terra completamente allagato, che significa lavorare fino a dopo mezzanotte a spazzare via l'acqua.
8- La festa mattutina é ormai una tradizione per il tetto, anche se per fortuna questa volta i petardi scoppiano alle 6; per Michele e Sam é stata una sorpresa, per quanto desiderata, come potete vedere da foto e video (scaricabile da dropbox) nel post apposito, più sotto.
9- Non siamo riusciti a beccarlo per ragioni di internet e festival del cinema, ma per il compleanno di Nonno Ezio abbiamo registrato degli auguri assai carini.
10- Grandi festeggiamenti in UPAVIM per la festa di compleanno di Barb: pranzo per decine di persone, con la musica della marimba (questa volta suonata in gruppo da studenti di una scuola vicina), piñata (la figura di cartapesta da distruggere, tipica dei compleanni di tutti i bambini dell'America Latina - per l'occasione a forma di Donald Trump, perché la vecchietta super-democratica potesse spaccargli la faccia almeno una volta), discorsi e balli (pure per Papà &Mamma).
11- Michele festeggia al parco (post apposito sotto).
13- Mattia ha un incontro con una signora di MercyCorps, l'organizzazione che potrebbe finanziare  UPAVIM per il progetto giovanile che lui sta preparando (in collaborazione con Viviana della biblioteca e Reyna di Reforzamiento, per renderlo abbastanza grande da farlo approvare, si spera); la signora sembrava contenta delle idee, il che ci incoraggia alquanto.
Michele, di nuovo insieme a QuelFortunatoDiSam, va alla festa di compleanno del suo grande amico Jaciel.
14- Alla vigilia del Día de la IndependenciaMattia si unisce al gruppo della cuadra (letteralmente "isolato", ma qui usato per chiamare il nostro vicinato) per le Antorchas: una "corsa" con le torce dal centro città fino a casa. Bello essere invitati e partecipare alla tradizione, ma si rivela una serata alquanto pesante: prima il lungo viaggio nel traffico bloccato, su un bus pieno e rumoroso (non tutti correranno, ma sono più di 50), poi la lunga attesa per cominciare (il bus deve seguire le torce e ci mette un'eternità a girare la rotonda dove si riunisce l'intera folla) e infine la terribile corsetta-passeggiata-pausa-corsetta-sosta-passeggiata-pausa-corsetta fino a casa, coronata per Mattia dalla ciliegina di venir colpiti assai forte da sacchetti d'acqua, in una versione violenta della tradizionale doccia per i corridori. Il gruppo si é poi fermato fino a notte fonda nel vicolo per canti, balli e alcool, ma Mattia era intanto riuscito a sgattaiolare a casa. 
15- Dopo tutti gli eventi scolastici e di ieri sera, il giorno in sé é parecchio tranquillo da queste parti e noi lo prendiamo così, senza andare ad alcun evento nel centro probabilmente affollatissimo; ce la spassiamo comunque, con sport pomeridiano e compleanno di José in serata, sul tetto. 
17- Weekend casalingo, che può essere duretto, a causa di un Michele malaticcio (niente di grave).
Seconda uscita alla pista di atletica, con José, e Lukas per un po', che aiutano Mattia a portare un gruppo più folto di ragazzini ad allenarsi: 7 anzichè 3, con 3 non dalla nostra scuola e pure 2 ragazze.
18- Dopo la pausa per l'agosto Olimpico, questo mese abbiamo ripreso le nostre serate Shakespeariane: per celebrare questo "suo" anno, ogni due domeniche leggiamo un adattamento raccontato di un opera o guardiamo un cartone animato di una serie di alta qualità. Stasera tocca ad un Richard III parecchio cupo.
19- Niente di particolare, ma come ogni lunedì, mercoledì e venerdì, MammaPazienza accompagna M&S alla piscina; stanno lentamente migliorando, grazie al fatto che hanno quasi imparato a rimanere in acqua fino alla fine della lezione, sopportando il freschetto della stagione delle piogge, che influenza l'acqua e la temperatura esterna.
20- Altra festa di compleanno sul tetto, questa volta per Hannah, maestra di inglese di Sam.
21- Apprezzatissimo soggiorno di Giorgio, un italiano che non conoscevamo, ma che era qui mandato da un'organizzazione di Commercio Equo per controllare il lavoro di UPAVIM: gli abbiamo dato la camera dei bambini volentieri e le tre notti da accampati sono state più che ricompensate dall'ottima compagnia, in particolare per le lunghe chiacchierate molto interessanti (o divertenti), in cui abbiamo potuto scambiare opinioni, con un uomo di solidi principi e grande esperienza, su quest'area, il nostro lavoro, la cooperazione moderna e cosa funzione e cosa si potrebbe migliorare di questa organizzazione. 
22- Le classi 3a e 6a si esibiscono in un concerto di canzoni inglesi, provate a lungo, ogni classe le sue, per Barbara, come ringraziamento per le nuove classi e per salutarla.
25- Per il compleanno di Mickey, e di Sam in anticipo, ci facciamo un secondo giro ad Antigua, con un obiettivo specifico: il laboratorio del ChocoMuseo! Leggetevi il post sul compleanno per saperne di più o andate alla pagina delle foto per le immagini, che sfortunatamente non potete assaggiare...
29- Mattia é impegnato a scrivere la proposta per il progetto sui giovani, come é stato per tutta la settimana, lunghe nottate comprese, quando qualcuno gli fa toc-toc sulla spalla... é Fernanda, che ricorderete come ex-volontaria e nostra grande amica, tornata per solo qualche giorno per farsi una risonanza magnetica al ginocchio (le costa meno venire qui in areo a farla che pagare negli Stati Uniti...): una sorpresa indimenticabile e meravigliosa!
30- Día del niño (giornata del bambino): un'altra occasione per saltare scuola, sostituita da uno spettacolino dei docenti (le maestre si buttano su lunghi balletti idioti, mentre Papà salva Michele dalla morte celebrale e intrattiene tutti i bambini con una versione del Pifferaio di Hamelin completa di vestiti colorati e flauto, suonato), gran quantità di dolcetti, alcuni giochi classe per classe e una terribile versione lotta-per-le-caramelle della piñata, con in più regali non necessari da parte del Rotary Club, che a quanto pare crede ancora che sia giusto dare ai bambini di aree marginali magliette e giochetti di plastica (tutti per la stessa età, a classi dalla 1a alla 6a), consegnati da ragazzi travestiti da super-eroi... A parte gli eventi nelle scuole, la giornata e il weekend (o settimana, o mese) successivo sono anche una fantastica occasione per centri commerciali e fast-food per circuire la gente e far loro spendere di più e alimentarsi peggio (che già é un gran problema).
Per non finire il mese e il post con una nota negativa, la serata, o meglio la nottata, viene dedicata da Mamma&Papà a preparare valigie (e cibo per il viaggio), per il nostro imminente weekend lungo in fuga, visto che in mattinata, al più presto possibile (si spera prima delle 6.30) ce ne scappiamo in México per ragione di visto: quello turistico iniziale dura 90 giorni e si può rinnovare, ma poi, al 6o mese, devi lasciare il paese per almeno 3 giorni, poi rientrare e ricominciare il processo; poiché Honduras e El Salvador non valgono e il Belize é troppo caro, ci faremo una vacanza a Tapachula, giusto a nord del confine con il Messico, il posto più vicino. Così ci aspettano prima 6 o più ore di corriera, ma poi un bello stacco da tutto, assai necessario, da descrivere prossimamente su questo blog!

domenica 9 ottobre 2016

Settembre patriottico

Il 15 settembre 1821 il Guatemala ottenne l'indipendenza, per cui le scuole preparano e partecipano a varie attività a stampo patriottico-tradizionale, più o meno interessanti, che sicuramente divertono, per un po', i  bambini e danno qualche cenno di tradizioni, ma fanno anche saltare metà del penultimo mese di lezioni, senza in compenso aggiungere alcunché a livello di conoscenza storica. 
Ci siamo beccati due marce, (video qui) una del distretto scolastico (eterna), una di scuola, con banda ospite (molto meglio ma ormai suonava come un doppione), una valida mattinata di balli tradizionali  (video qui) e un'altra di balletti ginnici, decente ma senza un gran senso. Le classi, come potete vedere per quella di Michele, hanno anche organizzato una merenda-esposizione a base di piatti tipici.
La cosa migliore, a parte alcuni balli tradizionali davvero carini, é stato vedere gli studenti in vestiti tradizionali (pure M&S, grazie ad una famiglia di amici che ce li ha prestati-noleggiati), che come sempre fa pensare a come la colonizzazione moderna abbia rovinato a livello culturale-economico questi paesi, in cui ora solo alcune donne e bambine indossano quelle stoffe meravigliose in alcune occasioni.

sabato 8 ottobre 2016

Un mese dopo...

...e' ora di mostrarvi come abbiamo festeggiato il compleanno di Michele:

a casa (sul tetto) la mattina presto, con signore di UPAVIM venute per botti e canzoni tradizionali (vedere il video), poi a scuola (con classe in vestiti tipici per un ballo tradizionale in programma quel giorno) e infine a casa di nuovo, la sera con i volontari e un'altra ottima torta di mammaElena. La domenica successiva, festa al parco, un gran successo anche se con solo Sam e due amici, Abygail e Hammilton, su otto invitati, cosa che non ha creato alcun problema al festeggiato sempre contento: nonostante il lungo viaggio in autobus (3), in un certo senso apprezzato come parte della gita, tutti felici, soprattutto per la tanto temuta pioggia, che avrà forse tenuto qualcuno lontano, ma non ci ha rovinato il pomeriggio, arrivando solo alla fine, quando il diluvio ci aspettava alla fermata dell'autobus, per annegare completamente i due amici e papà che li ha riaccompagnati a casa, prendendone una in braccio per attraversare il campo da calcio allagato. Infine, gita regalo ad Antigua, dove eravamo già stati a maggio, per un fantastico laboratorio di cioccolateria per i due bravissimi e felicissimi apprendisti: dal frutto di cacao alla barretta, passando per tè e cioccolata da bere.
Le foto nuove della visita alla cittadina (compresa vista dall'alto con vulcano sullo sfondo!) sono invece state aggiunte all'album Antigua.